Qualche stimolo raccolto durante il convegno Geografia della drammaturgia italiana, sabato 8 settembre a San Miniato:
- non drammaturgia contemporanea ma «drammaturgia di autore vivo» (Michele Santeramo)
- la «presa di possesso del teatro da parte dei grandi registi», ai danni degli autori (Antonio Tarantino)
- i libri di teatro non dovrebbero essere venduti nelle librerie, poiché «il luogo più adatto è lo spettacolo» (Edoardo Erba)
- i drammaturghi «non sono trascrittori, né scribi» ma scrittori a tutti gli effetti, malgrado la scrittura scenica sia ancora considerata letteratura di serie B (Antonio Tarantino)
- «ho sempre avuto bisogno di sentire la risposta del pubblico» (Ugo Chiti)
- l’autore contemporaneo dovrebbe diventare un “classico” (Paolo Puppa) ma uno dei problemi della drammaturgia italiana contemporanea è proprio l’assenza di un repertorio (Gerardo Guccini)
- quando si parla di drammaturgia, si parla inevitabilmente della situazione del teatro in Italia… (Attilio Scarpellini)
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