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Il “senso della fine” secondo Shakespeare

Amanda non era stata del tutto convinta dal Mercante di Venezia messo in scena dalla Popular Shakespeare Kompany creata e diretta da Valerio Binasco e, dunque, con qualche dubbio preventivo si è accomodata ad assistere a quella Tempesta che della giovane compagnia è stata la prima produzione. Perplessità dissolte già dopo il primo tempo dello spettacolo, assolutamente riuscito. Binasco, con intelligenza e scaltrezza scenica, taglia e “aggiorna”, reinventa e inventa pur rimanendo fedele al testo originale e, anzi, restituendogli quella densità e quella poeticità che semplificazioni e campagne pubblicitarie (il regista furbamente espunge dal copione quel verso impunemente trasformato in citazione da Bacio Perugina) avevano indebitamente eclissato. Binasco – che è anche un Prospero malinconico e affettuosamente autoritario – veste la commedia certo di abiti blandamente ironici e vagamente attuali ma la ricopre poi di un leggero velo di nostalgia, la stessa che si avverte quando si ha all’improvviso la consapevolezza che la vita che abbiamo avuto fino a quel momento sta per finire. Un indizio di questo sentimento della fine – che non corrisponde necessariamente alla morte fisica ma, più in generale, allo sfiorire di un’epoca e di una cultura, allo svanire di valori e sentimenti – è la scelta di un Ariel anziano: in scena non c’è un giovane e rapido spiritello bensì un vecchio che si muove con passi brevi e gesti rallentati. Un’invenzione pregnante e potente, tanto da costringere ad accordare a una chiave fatalmente e dolcemente malinconica l’intera messa in scena, comprese le scene dichiaratamente comiche agite dai due clown Stefano e Trinculo aizzati da Calibano – un “demone” che, non a caso, suscita compassione più che ribrezzo – ovvero i duetti fra i due giovani innamorati Ferdinando e Miranda. Un “senso della fine” che non deriva soltanto dalla presunta funzione di testamento poetico della commedia – si ritiene che La tempesta sia stato l’ultimo dramma scritto da Shakespeare – quanto dal suo carattere intrinseco, dalla sua stratificazione di simboli e di allusioni, di toni e di implicazioni. Un dramma gioiosamente malinconico sulla vanità della nostra “piccola vita”…

tempesta3La tempesta, regia di Valerio Binasco, anche interprete con la Popular Shakespeare Kompany, visto alle Limone Fonderie Teatrali di Moncalieri (Torino) l’8 aprile 2014