Sul teatro cosiddetto “politico”…

Teatro “civile”, teatro “politico”: etichette che, ultimamente, paiono sposarsi felicemente con un certo disfattismo, demagogico e superficiale, che tanto consenso riesce a raccogliere fra la sfiducia e l’esasperazione degli italiani. Un esempio di questo fenomeno che, dopo quelli della politica, sta colonizzando anche i tradizionali palcoscenici teatrali, è lo spettacolo Banche – un ladro in casa, scritto da Fabrizio Coniglio, che lo ha anche diretto e interpretato con Bebo Storti (nella foto).

Amanda si è recata a teatro piena di fiduciose aspettative, presto deluse, ahimé… Il lavoro si propone come «un’inchiesta teatrale sulle truffe della finanza ai danni della “povera” gente» e affronta casi tristemente passati alla cronaca, come il crac Parmalat, il caso Cirio e quello degli esiziali bond argentini. Tre vicende esemplari  – la coppia di operai Fiat, la vecchietta che dà vita a una silenziosa protesta di fronte alla banca, il contadino che vuole comprare la casa al figlio – e il dissidio interiore di un impiegato di banca suo malgrado che si vede costretto a ingannare persone totalmente ignare di finanza. L’obiettivo è, chiaramente, quello di dimostrare l’atteggiamento da sciacalli di molti banchieri, pronti a sfruttare a proprio vantaggio la buona fede di risparmiatori poco esperti di borsa. Il risultato, tuttavia, pecca di superficialità e di un certo strisciante paternalismo. Quando si affronta un argomento ostico come quello dell’alta finanza ci si aspetta uno studio approfondito qui evidentemente assente e malamente compensato con informazioni bene o male a tutti note (ricordate lo spettacolo sull’economia realizzato da Ronconi nell’ambito del progetto Domani per le Olimpiadi di Torino nel 2006: certo lunghissimo e un po’ noioso ma documentatissimo!). E poi quell’eccessivo spingere sull’ingenuità e sulla superstizione dei truffati (l’operaia Lucia “devota” di Lady Diana!), fino a trasformali in macchiette che, più che comprensione e umana pietà, paiono meritare soltanto superba compassione… Amanda non vuole mettere in dubbio le buone intenzioni dei due artisti ma invitarli a riflettere su una verità spesso trascurata: solamente lo studio approfondito può permettere di rappresentare credibilmente un fatto e soltanto un ascolto dei nostri simili non pregiudicato da stereotipi può permettere di diventarne significativo megafono. Altrimenti si rischia di ricadere in quegli stessi atteggiamenti snobistici e anti-democratici che si vorrebbe denunciare…

Visto al teatro Carignano di Torino l’11 ottobre 2012

3 pensieri su “Sul teatro cosiddetto “politico”…

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  2. fabrizio

    Ciao sono l’autore dello spettacolo banche un ladro in casa e amo molto confrontarmi e colgo l’occasione per farlo. Primo punto,il nostro è uno spettacolo inchiesta sulle persone,la superstizione di lady diana per esempio non è inventata dal sottoscritto ma reale. Sono entrato dentro tutte le case delle persone truffate e in quel caso in una casa spoglia senza mobili nella periferia torinese,l’unico elemento di ornamento era una cornice con la foto di diana che la signora castellaneta,il nome è di fantasia per chiari motivi che capirai,baciava ogni volta che doveva fare un’operazione bancaria di una certa importanza. Il signor Cosimo che va tra il pubblico a cercare il promotore finanziario esiste davvero;è rimasto così scottato dalla fregatura ricevuta dal promotere che credeva fosse un amico che vive con l’ossessione di ritrovarlo entrando ogni giorno della sua vita in almeno una filiale di torino o prvincia. La signora di 89 anni a cui hanno portato un caffè vuoto dalla banca per costringerla ad andare via è salita sul palco al carignano e il cartello che usiamo è il suo. Infine il promotore vittima di mobbing chiamato faiola mario è stato da me intervistato,vivo sotto psicofarmaci ed è stato tormentato dal mobboin dei suoi suoperiori. Concludendo: capisco che uno spettacolo sulle banche possa non piacere; ho fatto una chiara scelta di campo raccontando non i numeri ma la gente,le persone che non prendono neanche la propria automobile per ripsrmiare(stia del 128 vera come le altre)e che quindi possa separare.,ma non accetto giudizi che etichettano come clichè le storie raccontate che invece essendo reali non possono essere clichè. Non parliamo di numeri ma di persone e difendo la mia indagine che è entrata nelle case degli anziani ripsrmiatori che non si concedono un viaggio in 40 anni e non sono neanche mai andate al ristorante per mettere da parte dei soldi magari per i èpropri figli. Ti invito a riflettere sul terremoto che può scatenare in vite non vissute come quelle dei castellaneta,la perdita di tutto il capitale. In conclusione se vuoi fare il critico e bollare come politico uno spettacolo che di politico non ha niente,ti invito a dcumentarti sulle persone truffate prima di bollare come clichè vite reali che non conosci. Un saluto e un invito a rispettare operazioni apparentemente facili ma che contengono secondo me una grande ricchezza umana. Ho scritto due spettacoli inchiesta di successo sul caso calipari e su tre suicidi di tangentopoli,cavillosi e documentatissimi e questa volta ho ritenuto importante documentarmi sulle persone che ripeto non possono essere superficialmente bollate come clichè. Leggiti la recensione nazionale di gierrieri su la stampa del nostro spettacolo e vedrai che non parla di teatro politco,altra parola molto infelice, e di clichè. Si può piacere e non piacere e a te nopn siamo piaciuti ma non accetto che si dicano palle su nostri lavori che di clichè non hanno nulla.Le parole sono importanti

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    1. fabrizio

      per concludere mi sono molto documentato come vedi portando in scena le persone. Puoi trovarle non interessanti,populiste demagogiche non necessarie,ma non puoi dire che non è uno spettacolo documentato perchè dici una falsità e questo non lo concedo,soprattutto a chi non si palesa e si nasconde dietro un’immagine di un gatto

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