Guarire l’anima con le parole

Domenica scorsa Amanda si è arrampicata su per le colline pisane ed è giunta a Lari per l’anteprima de Il guaritore, il testo con cui Michele Santeremo ha vinto la 51. edizione del Premio Riccione per il Teatro. Diretto con mano salda e inventiva da Leo Muscato e interpretato dagli attori di Teatro Minimo capeggiati da Michele Sinisi, il dramma racconta di un uomo forse anziano, quasi cieco e dipendente dalla grappa, che trangugia in grandi quantità. Assistito con qualche riluttanza da un estroso fratello – o forse figlio, le identità sembrano ognora affermate e smentite – accoglie nella propria casa persone che necessitano di guarire qualche loro pena interiore. Ma il Guaritore non è un mago, né uno psicoterapeuta, piuttosto un “facilitatore di rapporti”, qualcuno che aiuta il malato a relazionarsi con se stesso e con gli altri. I pazienti sul palcoscenico sono una strana donna insofferente alla propria gravidanza e una coppia di sposi già in crisi a causa della frustrazione e dell’ansia per il futuro di lei, sentimenti accresciuti dall’atteggiamento di lui, ex-pugile incapace di affrancarsi dal proprio passato. Il Guaritore fa parlare a lungo e schiettamente le due donne e insieme alla loro guarigione, al termine dello spettacolo, raggiunge anche la propria. Un testo sospeso fra realtà e surrealtà, vagamente beckettiano eppure indubbiamente originale, valorizzato dall’interpretazione coinvolta e sfaccettata dei cinque protagonisti (oltre a Michele Sinisi, Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca Delle Fontane, Paola Fresa).    images

 

Il Guaritore, visto al Teatro di Lari (Pisa) nell’ambito del festival Collinarea, il 21/07/2013        

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