Quando trent’anni non sono nulla: su Calore di Enzo Cosimi

Qualche piccolo malanno ha tenuto Amanda lontano dal suo portatile ma non dai teatri, ahivoi! E dunque eccola di nuovo qui, a raccontarvi di uno spettacolo visto la settimana scorsa ma interessante da vari punti di vista. Si tratta di Calore, ideato (regia, coreografia, scena e costumi) da Enzo Cosimi nel 1982 e ora riproposto con nuovi interpreti nell’ambito del Progetto RIC.CI, voluto dalla critica e storica della danza Marinella Guatterini. Cosimi, poco più che ventenne, creò uno spettacolo colorato e vitale, assolutamente eterodosso e gioiosamente “pop”, che certo irritò – e tuttora irrita – molti puristi della danza ma che segnò un punto di non ritorno per la coreografia e, più in generale, per la drammaturgia italiane. Sì, perché ciò che più colpisce di questo spettacolo, fedelmente riallestito e interpretato con generosa e professionale adesione da Francesco Marilungo, Riccardo Olivier, Francesca Penzo e Alice Raffaelli, è la sua intatta attualità. Immagini, stilemi, espedienti drammaturgici escogitati da Enzo Cosimi risultano oggi quanto mai familiari perché ripresi e assorbiti da non pochi colleghi, nella danza come nel teatro cosiddetto “d’avanguardia”. La contaminazione di alto e basso – a partire dalla colona sonora che mescola Britten a sonorità da discoteca – e la tessitura di un filo drammaturgico non pretestuoso, la rivelazione di quale grazia nascondano i gesti quotidiani e la loro conseguente e straniante decontestualizzazione. E, ancora, l’accumulo di oggetti scenici fortemente e variamente evocativi: limoni, peluche, piatti, magliette, coriandoli e petali colorati, scarpe dai tacchi vertiginosi. Ad Amanda sono venuti in mente Ricci/Forte e tanti altri protagonisti – più o meno giovani – della scena odierna: rimandi, affinità che, tuttavia, non sono frutto di plagi bensì, più profondamente, del solido radicamento di una visione del mondo e dell’arte dello spettacolo, con i suoi simboli e i suoi topoi. Un’idea della realtà e della scena che Cosimi seppe riconoscere e rappresentare e che artisti “fratelli” suoi contemporanei o di qualche anno più giovani approfondirono e complicarono.

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Calore, di Enzo Cosimi, visto alle Fonderie Limone di Moncalieri (Torino) nell’ambito del festival Torino Danza, il 12 ottobre 2013.

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