Il teatro come esperienza: una fine settimana con il Teatro delle Ariette

La scorsa fine settimana Amanda è stata sui dolci colli fra Modena e Bologna per visitare una realtà teatrale unica in Italia (e non solo). Paola Berselli e Stefano Pasquini da venticinque anni condividono “ufficialmente” la vita – si sono sposati il 18 giugno del 1989 – e la professione nella località chiamata “Ariette”, nome casuale ma quanto mai evocativo con il quale hanno voluto battezzare anche la loro compagnia. Il Teatro delle Ariette abita un’ampia porzione di terra – fra colli, boschi e prati – che comprende anche la casa, la stalla per gli animali, i campi tenacemente coltivati e il deposito degli attrezzi, tramutato in luogo teatrale accogliente e assai duttile. Uno spazio che ha ospitato una fine settimana speciale, intitolata Nozze d’argento #1, che ha previsto l’allestimento di Matrimonio d’inverno. Diario intimo e, il giorno successivo, all’ora di pranzo, di Io, il cous cous e Albert Camus. Due spettacoli molto diversi ma accomunati dall’imprescindibile elemento autobiografico, dalla recitazione tutta “in sottrazione”, dalla gestualità misurata e fortemente simbolica, dalla commistione di vita e letteratura, dal ricercato coinvolgimento del pubblico che non è spettatore passivo, posto al di fuori del luogo dall’azione bensì, al contrario, ne è attivamente parte. Una presenza del pubblico “dentro” la scena che non è frutto soltanto della natura anche “alimentare” – non gastronomica, come giustamente tiene a sottolineare lo stesso Pasquini – dello spettacolo, bensì conseguenza di una poetica drammaturgica ben precisa e coerentemente e tenacemente ricercata. Un desiderio di abbattere definitivamente la quarta parete e di colmare lo iato che separa palcoscenico e platea che è logica conseguenza di una visione del teatro quale “esperienza di vita”, non semplice intrattenimento. Un’esperienza che entrambe le parti in causa – artisti e spettatori – sono chiamate a vivere: da qui l’accentuato autobiografismo che, nondimeno, sa conquistare universalità, l’ardire di mettersi in scena senza infingimenti – almeno apparentemente, poiché siamo pur sempre a teatro… Ed è qui la vera peculiarità della poetica delle Ariette: “fingere” la propria vita in scena e, allo stesso tempo, vivere “teatralmente” la propria esistenza, nella certezza che la coincidenza fra vita e teatro possa ancora essere valida qualora entrambi siano concepiti e vissuti all’insegna dell’autenticità.matrimonio d'inverno02 Pilar G.Manzanares

Nozze d’argento #1 | un fine settimana alle Ariette, Teatro delle Ariette, Loc. Castello di Serravalle, Valsamoggia (Bologna), il 22 e 23 marzo 2014.

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